giovedì 22 marzo 2012

Storie d'italiane all'estero

Se ne parla spesso: mollare tutto per andare a vivere all'estero. Tre italiane lo hanno fatto scegliendo Parigi come porto d'approdo. E hanno avuto successo. Qui ci raccontano la loro storia.

Elisa Nalin, un look vincente Quando si scopre la propria passione è difficile tornare indietro, anche se la strada verso il successo è in salita. Elisa Nalin ha avuto la sua illuminazione, quando, durante una fashion week londinese, Lucinda Chambers, la mitica direttrice di Vogue Uk, la guardò dall’alto al basso e le disse « tu devi fare la stylist».
La ragazza, si era già messa sulla strada giusta. Dopo il diploma allo Ied di Milano, aveva lavorato due anni da Costume National fino a ricevere la proposta di diventare la nuova direttrice creativa della linea di scarpe Samsonite. Un privilegio, considerata la sua giovane età, che non poteva rifiutare. Elisa accettò, ma intanto covava un altro sogno, quello di diventare stylist. L’incontro con la direttrice dell’autorevole giornale, l'ha convinta a seguire la sua vera passione. Poi, il caso le ha fatto incontrare lo stylist Hector Castro che l'ha voluta come sua assistente. L'incontro è avvenuto in un bar davanti al Centro George Pompidou, perché intanto, a 22 anni, Elisa si era trasferita a Parigi.
«Sono dieci anni che abito qui, questa città mi meraviglia sempre" racconta Elisa. "Percorri una strada e sei in Cina, giri l’angolo e scopri l’Africa. Per non parlare di Belleville, dove abito, mi piace perché è rimasto un quartiere popolare. A Milano, nelle strade, le persone mi sembravano sempre tutte uguali. »
Basta entrare a casa sua per capire che quello di Elisa è un mondo speciale, in cui primeggiano colore e oggetti rari. La costante ricerca di uno stile. Una collezione di Snoopy seduta in fila sul frigorifero, che è diventato la base per un collage con referenze visive di ogni tipo. Tra il caffè, le spezie e l’aceto, spuntano i mini-ombrellini che si mettevano sui panini dei compleanni della nostra infanzia. Incredibile che esistono ancora tali oggetti nel mondo dell’usa e getta, Elisa spiega: «Trovo tutte queste cose ai Vide Greniers, mercatini dell’usato dove le persone vendono tutto quello che trovano in casa. E mi lascio catturare dai particolari».
Elisa ha una luce speciale negli occhi, è solare e, forse perché suo marito Julien Labrousse è il patron del Trianon e dell’Hotel du Nord, locali di tendenza a Parigi, è sempre circondata da gente interessante. «Mi sono accorta che la gente ha più voglia di venire a parlare con me da quando sono Buddista».
Certo non è sempre stato tutto così facile per lei: « Vivo la mia vita e la mia famiglia tra un aeroporto e l’altro, e da quando ho avuto mio figlio Lucio, che oggi ha due anni, il lavoro è anche triplicato. Le editors mi chiamano per occuparmi degli shooting che hanno per tema le stampe. Sono anche consulente per un designer cinese che vuole dare un twist europeo alle sue collezioni e per questo sono spesso in volo per la Cina». Quando le chiedi se farebbe altre scelte se potesse tornare indietro lei risponde: «Se mi stancassi di questa vita, aprirei un agriturismo in Italia. Ma il mio è un lavoro che dà molte soddisfazioni e che mi permette di vedere gente di tutti i tipi. Faccio questa vita perché l’ho scelta. Ho scelto in base a ciò che amo fare, ho seguito il mio intuito e le mie passioni. A volte la vita del freelance può sembrare difficile ed incerta, ma il mio consiglio per chi ha talento è di essere forti e non scoraggiarsi mai”.

Laura Zavan il meglio dell’Italia a tavola
C’è chi ha un sogno nel cassetto, c’è anche chi, semplicemente, decide di vivere di ciò che ama fare. Laura Zavan è un’autrice e stilista culinaria specializzata in cucina italiana, che vive nella capitale francese da più di 15 anni. Per il lancio del suo nuovo libro, « Pizza », sono andata a trovarla da Cocotte, un posto di ritrovo per gli appassionati di gastronomia: il suo libro non è solo una guida alla preparazione, ma anche un carnet d’indirizzi giusti per comprare gli ingredienti autentici.
È cresciuta a Treviso, dove la zia le trasmetteva i segreti della buona cucina italiana. Non solo apprezzava gli insegnamenti della zia, Laura amava anche la convivialità che si creava attorno ad un tavolo di piatti ben riusciti. A Treviso cominciò a seguire i corsi della cuoca Renzia Sebelin. A 29 anni dopo un’esperienza lavorativa da buyer per una catena di negozi d’abbigliamento di Treviso, decide di volare a Parigi, una città sensibile al gusto e alla bellezza.
Una gavetta di sei anni nei migliori ristoranti della città la fa familiarizzare con la cucina francese e in breve tempo Laura diventa responsabile cucina da Ladurée Printemps. Un giorno il celebre chef Alain Ducasse, la chiama nel suo ristorante lo “Spoon”, ma Laura si rende conto che quello che cerca è qualcos’altro. « Quello della ristorazione dei grandi cuochi è un ambiente militare, molto duro. Capii che era il momento di diventare indipendente».
Durante i sei anni di formazioneLaura ha maturato il sogno di far conoscere la sua passione per la gastronomia italiana ad un pubblico raffinato come quello dei gourmet francesi. Era sicura che Parigi fosse sensibile e ricettiva alla cucina del suo Paese. Oggi Laura è un’esperta di cucina a tutto tondo e un’ambasciatrice della buona forchetta all’italiana. Scrive libri che parlano di prodotti e ricette del Bel Paese, collabora con le rubriche food di diversi magazine e organizza catering per aziende e privati. Gli odori e i profumi, che durante i giorni di festa, provenivano dalla cucina di sua zia, non dovevano rimanere solo un piacevole ricordo. «La nostra è una cucina istintiva, centrata sul prodotto, gustosa ma semplice a cui i Francesi non sono abituati. Nonostante i ristoranti italiani non manchino, a Parigi è difficile trovare il ristoratore che propone piatti con ingredienti autentici. La gastronomia francese è più complessa, concettuale e sperimentale. Un esempio contemporaneo è la fusion, che associa prodotti d’origini diverse. Nei miei catering propongo solo ingredienti autentici e i miei clienti hanno capito che solo il vero cappero di Pantelleria potrà dare ad un piatto il sapore che sperimenterebbero se fossero in Sicilia».
Capperi, radicchio di Treviso, Parmigiano, Prosciutto di Parma, lardo di Colonnata, ricotta pugliese, che per noi sono solo gli ingredienti di una piacevole abitudine, per lei sono diventati gli strumenti essenziali per diventare competitiva nel settore della ristorazione parigina.
Oggi la sua è diventata un’impresa che coinvolge una nicchia di mercato ben precisa. Ma Laura prende le distanze da un certo modo di intendere il suo lavoro come un business. «Sono una persona di poche parole perché il prodotto che propongo esprime già in sé tutto il suo valore e chi lo capisce ha fiducia in me, quindi cerco di lavorare solo con clienti che mi danno ‘carta bianca’. Per esempio, non faccio menu standard per organizzare i miei eventi, mi avvalgo solo del "sur mesure". Una delle mie soddisfazioni è che sono riuscita a farmi strada rimanendo indipendente».
Oggi la stampa francese la definisce créatrice culinaire. Si può ben dire che questa ambasciatrice della buona forchetta italiana è riuscita a farsi strada e diventare parte dell’universo gastronomico parigino. 

Ilaria Casati, l'italiana che insegna alle francesi l'arte del vestire chic L’ultima borsa Prada, il nuovo profumo Moschino, come diventare impeccabilmente affascinanti al primo appuntamento. Chi di voi non ha sognato almeno una volta di essere nella redazione o dietro il palcoscenico di un magazine di moda? Il serbatoio delle tendenze, lo specchio della nostra società.
I web magazine sono i nuovi catalizzatori del mercato dei desideri e le giornaliste in queste redazioni decidono cosa ci fa sognare nel 2012. Ilaria Casati è una di loro. Responsabile moda del sito di Elle Francia, settimanale di culto nel Paese, ha il compito di far diventare notizia i nuovi fenomeni moda della società.
Ilaria è cresciuta tra l’Italia e la Francia e oggi vive a Parigi. Dopo aver studiato a Roma si è spostata a Bruxelles, per lavorare come giornalista politica. Ma ben presto è tornata nella capitale francese per specializzarsi in Management dei Media in una rinomata università d’economia. Nel 2009 Mondadori lancia la versione francese di Grazia. Ilaria conosceva benissimo il magazine e in seguito a un colloquio, è stata presa per lavorare nel giornale on-line. Quindi il passaggio a Elle Francia.
Oggi non ha nemmeno 30 anni e conosce bene il suo target, la donna, ma sopratutto conosce bene quella francese.
«La parigina vuole sembrare negligente, ha uno stile diverso da quello della donna italiana. Se la donna italiana assume pienamente la sua sensualità con dei particolari over sexy, e con un’eleganza più costruita e curata nei minimi dettagli, la donna francese offre di sé un’immagine apparentemente più naturale. Esprime una sensualità giovane: meno evidente, più nascosta. Sembra poco truccata, porta una t-shirt senza il reggiseno, è consapevole della sua sensualità, ma la mostra solo quando vuole».
Questa negligenza che maschera la spontaneità femminile è anche caratteristica di Ilariae, che vuole, con un’attitudine très chic, darci qualche consiglio sulle ultime tendenze: “In uno dei miei articoli suggerisco alle donne le novità per valorizzare il proprio look. Pantaloni rigati, sopra la caviglia, con i tacchi , scarpe da uomo, con vestitini, super femminili. Non bisogna aver paura di mischiare stampe e colori, di usare materiali scintillanti, con tenute più casual».
Le chiedo in ultimo com’è lavorare a contatto con il mondo della moda a Parigi: «Amo il mio lavoro, ma ho imparato che non bisogna vivere solo per quello. Mi piace, che qui, chi lavora nella moda, riesce a mantenere una sana distanza tra la vita privata e il lavoro».
Dopo aver familiarizzato con la cucina francese, Laura è diventata in breve tempo responsabile cucina da Ladurée ai grandi magazzini Printemps. Poi decide di tornare alle origini e si specializza in un tipo di cucina semplice, leggera e sana, puntando sui migliori prodotti italiani. Ma Laura non è solo una créatrice culinaire come la chiamano i francesi, oggi è diventata un’autrice di libri gastronomici specializzati nella cucina italiana e responsabile del catering per aziende e privati. «Col tempo, quello in cui credi, prende forza. I miei clienti si rendono subito conto che un cappero di Pantelleria, anche uno solo, può dare ad un piatto un sapore italiano autentico» spiega. Per il lancio del suo nuovo libro, « Pizza », siamo andati a trovarla alla Cocotte, un luogo di ritrovo per gli appassionati di gastronomia: il suo libro infatti non è solo una guida alla preparazione, ma anche un carnet d’indirizzi giusti per comprare gli ingredienti. Laura è esigente a tavola: « Amo la cucina italiana, ma quando esco a mangiare provo cose nuove e faccio attenzione anche all’accoglienza. Per un pranzo leggero da mezzogiorno, mi reco da Coutume Café. Dove hanno anche una gran bella selezione di caffé. L’unico posto dove apprezzo la fusion è Kitchen Gallery Bis, la cucina di William Ledeuil, insieme asiatica e mediterranea ha prezzi abordabili. Invece se cercate un ristorante per apprezzare la cucina contemporanea a prezzi ragionevoli vi consiglio Septime». Laura è riuscita a portare la sua tradizione culinarea con eleganza, all’estero.



 

2 commenti:

  1. Un articolo molto interessante e scritto molto bene.
    La scrittura è molto fluida e, nel contempo, enfatizza i passaggi più importanti ed i sentimenti delle intervistate.
    Ricco di sogni, sentimenti e speranze...leggendolo sembra di vivere ogni singolo episodio narrato.
    Complimenti

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  2. alla giornalista ed alle intervistate

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